Questo breve saggio si rivolge principalmente agli insegnanti, agli studenti di Scienze della formazione primaria e ai genitori di bambini e ragazzi in età scolare. Mentre la scuola italiana è in piena transizione digitale, una scelta piovuta dall'alto come il fiume di denaro per finanziarla, nei Paesi che da anni fanno uso intensivo degli strumenti digitali in campo educativo si assiste a un'inversione di tendenza, e così, ad esempio, i bambini svedesi a scuola abbandonano i tablet e tornano a carta, penna e libri.
A livello internazionale ci si interroga e diversi studi provenienti da fonti attendibili e qualificate mettono in guardia dai pericoli che la sovraesposizione agli strumenti digitali comporta per i più giovani, intanto in Italia la digitalizzazione accelera la sua corsa, anche se molti insegnanti e molti genitori non sono convinti della validità di questa rivoluzione annunciata, che di fatto si esplica nella dilagante fornitura ai bambini di strumenti di lettura e scrittura digitali, e non per arretratezza di vedute, ma sulla base dei risultati ottenuti sul campo, nel lavoro quotidiano con bambini che hanno ricevuto poco o nessun contatto con dispositivi digitali e bambini che invece ne hanno fatto un uso molto esteso e a volte esclusivo fin dal primo anno di scuola primaria.
Considerando che il Ministero ha avviato il Piano Nazionale Scuola Digitale nel 2015, l'autrice mette a confronto le risultanze nelle scuole dell'infanzia e primaria di questa ondata di "didattica digitale" - peraltro scomposta perché priva di ascendenti pedagogici dichiarati - con quelle che derivano da un pensiero pedagogico conosciuto in tutto il mondo, ben sperimentato e che rispecchia un limpido e indomito impegno a favore dei bambini: quello di Maria Montessori.
Fra tutte le scuole interessate dalla transizione digitale, infatti, le scuole dell'infanzia e primaria sono le più delicate da coinvolgere, per la giovanissima età degli studenti e la vitale necessità di fornire loro basi di esperienza e di conoscenza solide, destinate a essere il plinto sui cui poggerà tutta la futura vita scolastica, lavorativa e civile.
In particolare il testo analizza cinque intuizioni educative della grande scienziata condivisibili da tutti gli insegnanti anche non montessoriani e dai genitori, in relazione e in contrasto ai risultati ottenuti o ottenibili in classe con bambini iperconnessi, permettendo al lettore di farsi un'idea propria al di là delle conclusioni a cui lo scritto giunge.