Questo romanzo nasce da un mestiere lontano rispetto a quello della scrittura, che però da sempre offre un terreno fertilissimo per i soggetti letterari: noi terapeuti incameriamo storie che restano nelle nostre stanze e nelle nostre cartelle, eppure, il più delle volte meriterebbero di essere raccontate in un romanzo. Da qui il tentativo di incanalare in un'unica voce le storie raccolte, senza parlare espressamente di problematiche adolescenziali, ma toccandole da vicino, preferendo vie più leggere per descrivere le dinamiche dei personaggi.
Mai come in questa epoca il mondo si è presentato così spoglio di miracoli ed intuizione. Io credo fermamente che ce ne sia bisogno, non del romanzo in quanto se, ma di luccicanza che illumini i nostri domani. Chiudi gli occhi è la storia di una ragazza, tutta proiettata verso la prossima vacanza con la sua migliore amica, che invece viene "sbattuta" in costa brava a casa di una nonna che non conosce per niente e davvero molto, molto particolare.
Un viaggio iniziato per caso, o per sfiga come direbbe Bianca, 17 anni e autostima altalenante. In verità il viaggio la porterà in terre lontane dov'è però riuscirà a sentirsi più a casa che mai... e dove scoprirà le sue radici, ma anche qualcosa di molto speciale che la lega a sua nonna Virginia, mai vista, né conosciuta prima, se non in vecchie foto ingiallite chiuse dentro una scatola da scarpe. È grazie a questo dono, che riuscirà a leggere e a reagire al succedersi di situazioni inaspettate che la porteranno a sentirsi sulle montagne russe, ma anche a crescere emotivamente. Mano a mano che i capitoli proseguono vengono ad approfondirsi i personaggi attorno alla protagonista partendo dalle sue radici, da Nonna Virginia e la sua storia complessa fatta di lutto e maternità irrisolta, fino al passato da cui proviene il primo grande amore di Bianca, Jan e la sua famiglia.
Si parla di crescita, ma anche di ritorno al passato alla ricerca di una narrazione significativa che dia una cornice alle relazioni strappate attorno alla protagonista. E come si può crescere senza un amore adolescenziale, fatto di farfalle e buchi nello stomaco? Per giunta condito in salsa magica. Questo libro è nato 10 anni fa, ma probabilmente come molti altri, è cresciuto nell'inverno dell'umanità 2020 2022, e a volte, con un po' di prepotenza trascina il lettore in tutte quelle reazioni somatiche tipiche delle emozioni adolescenziali che sono andate perdendosi coll'avvento del Covid. È dedicato agli adolescenti di cui mi occupo come psicoterapeuta, ma spera di piacere agli adulti dall'animo romantico.

"La luce lattiginosa diffusa verso ogni lembo scoperto di giardino, invadeva i rosmarini, le lavande e il fucsia degli oleandri, ultimo baluardo fiorito della proprietà della nonna. Scrutò le sue gambe e il gioco basculante dei suoi piedi mentre camminava lungo il viottolo. Il pensiero volò verso sua madre. Improvvisamente la sua immagine così pesante e statica, mutò nella bambina descritta da sua nonna, attaccata alla sua gonna, spaventata da qualcosa che nemmeno poteva nominare. Immaginò quella bambina salutare in fretta le poche amiche e i vicini ed aiutare sua madre a fare le valigie senza protestare. Imbarcarsi di notte ed approdare in quel tutto nuovo di prima mattina. E pensò a quanto fosse strana la vita, perché era proprio quello che era successo a lei e anche se riconosceva la differenza di età rispetto a sua madre, immaginava le sue paure come proprie."