"Con i nostri occhi" è un libro che, attraverso un linguaggio politicamente "ricorretto", affronta le tematiche dell'immigrazione, dell'educazione al rispetto della diversità, del razzismo e che, contemporaneamente, ci dà un'altra visione sull'Africa e cosa vuol dire essere afrodiscendente in Italia ai giorni nostri.
Oggi ci si interroga troppo poco su cosa le bambine i bambini vedono, sentono e pensano rispetto al presente, alle sue contraddizioni e soprattutto alle enormi differenze sociali e culturali che sono il frutto anche della società multietnica in cui vivono.
Argomenti come la discriminazione e l'utilizzo di un linguaggio meno divisivo sono affrontati spesso nelle scuole con incolpevole superficialità dalle insegnanti e dagli insegnanti che, nei loro ruoli di educatori, fanno fatica a proporre queste tematiche in modo adeguato.
Questo perché, il più delle volte, non hanno gli strumenti sufficienti per poter affrontare tali tematiche in modo competente. Sono anni che i docenti lamentano la necessità di avere figure fisse di mediatori culturali all'interno delle scuole. Ma, tranne qualche raro caso, le loro richieste sono tutt'oggi inascoltate.
E quindi si fa quel che si può, provando a sensibilizzare piccoli e grandi affinché possano acquisire gli strumenti e la coscienza critica per rapportarsi in modo rispettoso verso chi all'apparenza è diverso dalla maggioranza.
Ma la verità, è che il grosso viene ancora lasciato all'educazione di "strada". Si impara (se c'è la volontà) a vivere la diversità durante la vita di tutti i giorni che spesso non ha filtri e né mezze misure. Dentro casa ancora si insegnano linguaggi sbagliati.Magari tramandati, di generazione in generazione. Ed ecco, che nel 2023, ci sonoancora bambin* che, quando vedono un nero, si nascondono e che usano la parola "negro" come se niente fosse perché così gli è stato insegnato.