Siamo Noi i testimoni della Storia e sappiamo molto bene di non essere apprezzati per questo; talvolta la storia, e ancor di più chi la storia provvede a farla e a scriverla, preferirebbe essere senza testimoni, così da poter compiere le più disumane aberrazioni senza che nessuno abbia la possibilità di vederlo e di raccontarlo. Questa volta non sarà così; noi resteremo a presidio della vita umana, della sua identità storica e della sua intrinseca sacralità, anche a costo di essere odiati, perché sappiamo per certo, come ci narrava il Leopardi, che il genere umano non odia mai tanto chi fa del male, né il male stesso, quanto chi lo nomina.
Noi crediamo che il ricorso generalizzato alla pratica abortiva abbia fatto sorgere, forse anche in maniera inconscia, nella mente di una parte sempre più vasta della pubblica opinione la malsana e perversa idea che la vita umana possa nascere e morire per un sì o per un no, per un solo monosillabo pronunciato da colei che dovrebbe essere la madre, senza che nessun altro possa legalmente opporvisi. Noi crediamo, e siamo profondamente convinti, che tale pratica abbia gettato fondamentalmente le basi per lo svuotamento della vita umana, per la perdita del suo significato più profondo e, in definitiva, per l'avvento del moderno nichilismo che noi tutti oggi siamo condannati a respirare, sperando che la sua inguaribile infezione non si impadronisca anche del nostro corpo.
Crediamo, per ultima cosa, che il ricorso vasto e generalizzato della pratica abortiva non sia il solo né l'unico fattore scatenante del nichilismo moderno; ve ne sono altri e abbiamo provveduto ad esporli, si spera nella maniera più dettagliata possibile, in questa nostra opera: il consumo sfrenato e senza limiti, la riduzione dell'essere in nulla, la perdita dei valori etici e morali, la trasformazione definitiva dell'uomo in macchina da consumo, la perversione utilitaria della realtà, la visione economicista di tutto quanto ci circonda, l'abolizione del tempo che è la più grande ricchezza umana, il fallimento totale delle istituzioni scolastiche, la vittoria della tecnica sull'umano.
Crediamo che le nostre riflessioni siano a malapena iniziate e questo centinaio di pagine che abbiamo qui proposto non nutre alcuna pretesa particolare, se non quella di fungere da estesa introduzione ai problemi più profondi e più gravosi che affliggono la società moderna.
Siamo pronti a elaborare nuove e più profonde riflessioni per portare a termine la nostra missione, che è al tempo stesso la più audace e la più rischiosa: trascinare l'uomo fuori dalla palude di materialismo e di danaro nel quale è stato spinto con l'uso della coercizione e della forza.
Perché tutto attorno a noi, dal bambino all'uomo, dal più ricco al più povero, dall'analfabeta all'uomo di lettere, chiede oggi nient'altro che salvezza.