Il Jana Yoga è lo yoga della conoscenza, non conoscenza in senso intellettuale, ma la conoscenza del Brahman e dell'Atman e la realizzazione della loro unità. Dove il devoto a Dio segue i suggerimenti del cuore, il jnani usa le capacità della mente per discernere tra reale e irreale, permanente e transitorio.
I Jnani, i seguaci del Vedanta non dualista o advaitista, possono anche essere denominati monisti poiché sostengono l'unica realtà del Brahman. Naturalmente, tutti i seguaci del Vedanta sono monisti: tutti i vedantini sostengono l'unica realtà del Brahman. Qui la distinzione è nella pratica spirituale: mentre tutti i vedantini sono filosoficamente monisti, nella pratica coloro che sono devoti a Dio preferiscono pensare a Dio come distinto da loro per godere della dolcezza di un rapporto. I Jnani, al contrario, sanno che tutta la dualità è ignoranza.
Non c'è bisogno di cercare fuori da noi la divinità noi stessi siamo già divini. Che cosa ci impedisce di conoscere la nostra vera natura e la natura del mondo a noi circostante? Il velo del Maya. Il Jnana yoga è il processo per squarciare direttamente questo velo, strappandolo attraverso un approccio bipartito.
About the Author: Considerato in India alla stregua di un santo, è stato il principale discepolo del guru Ramakrishna, e secondo le sue istruzioni, fondò nel 1897 la Ramakrishna Mission, allo scopo di promuovere il miglioramento delle condizioni spirituali e materiali dell'umanità intera, senza alcuna distinzione di casta, credo, razza, nazionalità, genere e religione, e di promuovere la fratellanza fra gli adepti delle diverse religioni, nella consapevolezza che si tratta di forme differenti di unica Religione eterna ed universale.
Di tradizione e cultura induista, fu un grande ammiratore e conoscitore di differenti religioni, in modo particolare del Cristianesimo.
Poeta, filosofo e grande pensatore fu autore di molti testi spirituali, ma non solo; scrisse vari pensieri con la finalità di integrare la cultura occidentale con quella orientale, un filone ripreso poi da vari asceti indiani.
Come mistico si dice che possedesse la diretta esperienza della realtà e dell'assoluta Verità e una naturale tendenza a trascendere il mondo e perdersi nella contemplazione dell'assoluto.
Vivekananda inoltre si prodigò molto in campo sociale, tanto che ancora oggi è ricordato per le sue innumerevoli attività rivolte al prossimo.