About the Book
- Testo integrale originale della prima traduzione autorizzata- 78 illustrazioni di Léon Benett- 1 Carta geograficaLa Jangada è una zattera enorme, un'isola galleggiante. Per costruirla, sotto la sapiente direzione di Joam Garral, è stato necessario abbattere un largo tratto della foresta. Travi enormi, saldamente connesse tra loro con travicelli di legno duro, costituiscono la piattaforma di galleggiamento. Su di essa sorgono case con verande, magazzini per i viveri, e c'è persino una chiesetta con la campana. E non si tratta di rozze costruzioni, ma di edifici in legno fatti a regola d'arte, comodi e riposanti, abbelliti all'esterno da rampicanti tropicali, e arredati all'interno con grazia persino civettuola.Costruita sul greto del fiume la Jangada viene varata in modo del tutto naturale, senza sforzo. Con la piena, il fiume straripa, e le acque sollevano dolcemente la grande isola di legno. Non resta che tagliare gli ormeggi e imprimerle la giusta direzione, puntando sul fondò le lunghe pertiche. Docile ai comandi, l'immensa zattera si sposta lentamente, entra nella corrente del fiume e inizia il suo lungo viaggio, sospesa tra acqua e cielo, lungo le verdi muraglie della lussureggiante foresta amazzonica.Tutto è grandioso. Il fiume, la foresta, la zattera.Solo l'uomo, in questa prospettiva, sembra piccolo. Eppure è lui che ha costruito la zattera, è lui che domina il fiume.Ancora una volta, con questo romanzo, Verne ha scritto un viaggio straordinario su misura dell'uomo. Naturalmente non manca nel libro l'elemento romanzesco. Anzi, ad apertura di pagina, ci si imbatte subito in un crittogramma, in uno di quei rompicapo tanto cari allo scrittore e che costituiscono la chiave di volta dell'intera narrazione. Né mancano, come al solito, gli intenti divulgativi di carattere storico, geografico e scientifico. Di fronte ad un ambiente insolito e caratteristico come quello del bacino del Rio delle Amazzoni, lo scrittore si trova perfettamente a suo agio nell'illustrare il corso del fiume, estremamente vario nel suo paesaggio, ricco di affluenti e popolato da innumeri isolotti, così come nel descrivere l'immensa foresta, la fauna d'acqua e di terra, gli usi e i costumi delle popolazioni indigene. Ma tutti questi aspetti, pur tanto precisi e puntuali, vengono come posti in sordina nel disegno generale del romanzo, o meglio, non sono che momenti particolari, da cui risulta un tutto organico, che restituisce al lettore l'impressione della vita primitiva, a contatto con una natura selvaggia e meravigliosa.In questo scenario, la presenza dell'uomo sembra assumere a un tratto un rilievo tutto particolare, e le sue vicende, di volta in volta divertenti o patetiche o drammatiche, costituiscono un vivace contrappunto a quelle dell'ambiente.La trama del romanzo è particolarmente lineare.Una famiglia di fazenderi, che abita nell'interno del paese, deve raggiungere la capitale della provincia del Vara, Bélem, dove verranno celebrate le nozze di Minha con un giovane medico. Il padre della fanciulla, Joam Garral, approfitta del viaggio per poter affrontare un processo nel quale dovrebbe ottenere la riabilitazione da una accusa infamante, di cui i suoi cari sono all'oscuro. Per compiere un così lungo viaggio non c'è che la via dell'acqua per cui è indispensabile affidarsi a una jangada. Le jangade sono mezzi di trasporto assai comuni lungo il Rio delle Amazzoni, ma quella descritta da Verne è eccezionale. Com'è eccezionale il viaggio che compie. Quattro mesi di navigazione, quattro mesi di continue avventure. E, alla fine, il colpo di scena che risolve il nodo centrale del romanzo. Se la trama è semplicissima, in compenso è piuttosto movimentata. Su di essa, infatti, si innestano avvenimenti e situazioni sempre nuove, che danno alla narrazione vivacità e colorito e che creano talvolta quella atmosfera di suspense che caratterizza quasi tutti i romanzi di Verne.