Dopo il Blackout sociale che abbiamo subito con la pandemia covid-19, stanno emergendo due nuove importanti tendenze sociologiche. La prima è conosciuta come Great Resignation (grande dimissione), che è l'uscita dal lavoro tradizionalmente concepito. Quello che c'è di nuovo è che tante persone individuando la necessità di un diverso approccio alla propria vita ed ai modi e tempi che identificano il lavoro: si dimettono dall'azienda, solo perchè non sono soddisfatti, costretti a rispettare rapporti sociali, con capi a volte impreparati e legati ad una superata cultura gerarchica ossessiva e coercitiva. Con l'accelerazione dei lavori digitali, prima o poi si può ripartire.

La seconda è quella che in USA si definisce Second Life (seconda vita): come si vuole vivere alla fine dell'età tradizionalmente lavorativa. Nel secolo scorso essere sessantenni significava essere vecchi ed uscire dal lavoro. Nel mondo occidentale il paradigma è completamente cambiato, l'allungamento della vita media e il benessere diffuso impone un nuovo approccio culturale. In America ci si chiede: Sixties are the New Forties? I sessanta anni sono i nuovi 40 ?

La generazione Boomers aveva posto sicuro, ma ora, siccome nulla è certo, e viviamo in una società liquida (Bauman), le nuove generazioni non credono più al lavoro fisso, sapendo che al giorno d'oggi è tutto aleatorio. Per la maggior parte degli under 35, inoltre, non è solamente la ricerca di condizioni economiche più soddisfacenti, ma soprattutto la necessità di avere un maggiore equilibrio tra lavoro e tempo libero. Lo smart working ha fatto sì che diventino vincenti, oltre al lavoro da casa, la gestione del tempo libero e la qualità della vita.

Non è certamente facile per chi nella vita non ha mai svolto una attività in proprio cambiare il chip mentale e iniziare a prevedere un nuovo approccio al lavoro. Ma non è neanche impossibile. Perché, alla fine di tutto, quello che conta di più, nella ricerca del lavoro nella seconda parte della vita, è fare qualcosa che si ama. Non ha importanza se nella prima parte della vita si era un manager di successo internazionale, un dirigente di azienda, un funzionario aziendale, un agente di commercio o un tecnico, quello che importa nella seconda è fare qualcosa che dia piacere. La storia è piena di ex imprenditori che hanno aperto un ristorante, di direttori generali che sviluppano programmi web, di agenti di commercio che riparano biciclette ed organizzano gare amatoriali, e funzionari che si occupano di sociale.

Quello che importa veramente è guardarsi allo specchio, scriversi una lista delle possibilità, valutare i pro e i contro, iniziare in piccolo, solo per il gusto, senza l'ansia di dover dimostrare qualcosa. Se si fa ciò che si ama, i risultati arriveranno.

Abbiamo sviluppato un elenco di lavori che si possono fare a qualsiasi età. Con alcune informazioni utili ad attivarsi e storie di vita reale, con racconti di chi ha già vissuto il momento.
La vita si è allungata, ci sono sessantenni che sembrano quarantenni, sia come forma fisica e ancor più come forma mentis. E ci sono giovani che vogliono vivere liberi, senza dover entrare nello schema del lavoro da dipendente. Alla fine conta la passione.

Alcune attività artigiane stanno ricominciando, unendo tecnologia informatica al saper fare: giovani imprenditori che si rimboccano le maniche e recuperano il mestiere del nonno o senior che aprono il cassetto della passione. Moderne botteghe che recuperano il passato senza rinunciare all'high tech. E alcuni nuovi lavori stanno nascendo, per far fronte alla nuova rivoluzione industriale, quella digitale.