Il lavoro poetico (di questo autore) non mi sorprende più, la logica mi dice che posso chiudere gli occhi e vagliare leggere capire, il senso di appartenenza ad un certo ceto intellettuale. Sono monili di ottima fattura da indossare nelle occasioni importanti, per dare voce al nostro bagaglio culturale, con la sicurezza di non sbagliare bersaglio.
Fermo restando la sua predilezione per la poesia "rimembrata" e al tempo stesso "d'occasione", l'autore mi lascerà passare questo linguaggio come corretto, significando che trasporta nei sui filtri emotivi avvenimenti e impressioni a volte fulminee, altre compassate dal rimpianto, con macchie emotive, rincollando le macerie delle reminiscenze affettive fare reggere il muro danneggiato di un proprio mito, facendolo rivivere con la sostanza adesiva del "diversamente abile" ma vivo.
Sempre in questo contesto, in un spicchio di luna traversa, l'autore ci fa regalo di poesie diverse, con spigoli che tendono a forare con un molto forte accento il sociale, comunque ben diverse dal solito. In questa parentesi si può evidenziare l'altro modo di gestire la poesia, forse con più allarmi, con influenze più catartiche a volte anche di denuncia che parte dalla coscienza, dove comunque sia si nota sempre forte la sapienza con il suo timbro a secco di riconoscimento.
In questo quadro del tutto personale, attingendo alle proprie fonti il poeta ripercorre la sua strada maestra soggiornando durante il suo viaggio in stanze sicure, scava nelle viscere dei sentimenti di noi umani, abrogando tutte le finzioni nella e della corsa, non trascurando di cambiare i cavalli alla già preventivata Stazione di Posta.
A fine corsa torna sulle orme decantate iniziali, con uno straziare bisogno di non dimenticare di rifare un passaggio, con la sua carovana di versi, in strade canute e sterrate, ricomponendo il manto danneggiato dal Tempo con assoluta competenza, dando alla certezza una garanzia perpetua e glorificante.