"Di qua e Di Là Dell'Acqua"
È un tentativo di ricreare il tempo in senso intimo (gli insegnamenti dei genitori) e letterario (l'incontro, sulle sponde del Tagliamento tra Ernest Hemingway e la sua ultima Musa, la veneziana Adriana Ivancich, nel 1948, anno nel quale, nella opposta sponda del fiume si può rievocare un giovane comunista, Pier Paolo Pasolini. Hemingway rappresenta il passato, il latifondo, la mezzadria, Pasolini evoca il futuro, la modernità, il riscatto. I due, senza saperlo, si sono sfiorati nello stesso difficilissimo tempo. Il protagonista rivive e fa rivivere. Passa nei luoghi che resero la battaglia di Caporetto una disfatta, e con la madre, sul Piave, piange il ferimento di Hemingway e quindi la sua prima morte. Riesce a rendere attuale il suo tempo passato, tanto da liberarsi della paura delle malattie che avvisano come il suo percorso sia già al termine, per approfittare delle sue origini, le terre venete, recandosi a sublimare le colline del Prosecco. E alla fine andarsene via, con la speranza di essere sepolto alla foce del fiume Daugava, sul Baltico, con le migliaia di vittime della prima guerra mondiale.
"Edonista"
Vivere per il piacere. Potrebbe essere questa idea edonistica a reggere il romanzo. C'è però una via perversa nell'edonismo ed è quella che porta a godere delle persone che ami o che ammiri, o che ti seducono. E allora il cibo, il vino, il lusso sono solo i colori su una tela impressionista, addirittura in certi momenti "cubista". È un dialogo continuo, un confronto da diverse posture unite dall'amore per il vino e per il cibo. Proveremo a rendere una cena, in una serata d'estate, il teatro di una scena d'amore e di morte, di desideri che sfuggono, come la vita stessa. Tutto si sfuma, resta solo la forza di immaginare. Resta il desiderio che è la voglia di quello che manca. I protagonisti si sfidano, si alleano e corrono verso l'impossibile. È il solo modo per affrontare la disperazione, il nichilismo e tornare alla grecità, quando morire era naturale e poi non ti aspettava il paradiso ma un luogo scuro, ombre e di ricordi. E i ricordi, rassegnatevi, non si possono abbracciare, come insegna Odisseo