About the Book
Nella pianura alessandrina denominata sin dalle antiche carte "Frascheta" o "Fraschia," sorgono due paesi vicini: San Giuliano Vecchio e San Giuliano Nuovo; due paesi e due antiche chiese dalle antichissime vicessitudini, le cui genti entrambe sottraevano "priatoni"dal greto dei fiumi, per costruire case e appoggiarli ai muri e forse, sedervici sopra. A quelle antiche genti gli abitanti di oggi somigliano molto e ancora vivono nelle loro case fatte di terra rossastra, poste sul luogo dell'antico greto dello Scrivia, presso l'ombra bassa delle robinie e dei gelsi. Il primo paese che si incontra arrivando dalla strada Provinciale è il "Vecchio," il "San Giuliano Piemonte," quello per intenderci che si legge sul muro della stazione ferroviaria, come anche sul timbro delle Poste Italiane, (uno dei dieci San Giuliani sparsi in Italia), mentre il secondo è il "Nuovo," sebbene la sua chiesa ormai, abbia più di trecento anni. I due paesi sono vicini, così vicini che ad ogni mezz'ora il suono delle diverse campane risponde ad eco, l'uno dell'altro, in ritardo o in anticipo, a seconda di dove ci si trova. Ad accomunare i due paesi sono ancora oggi le terre dei fondi, testimoni di un sostanzioso passato, al quale parteciparono come comparse minori, ma a fianco di attori di fama, fino finire anche sui libri di Storia. Ma nonostante le passate glorie e le radici comuni, ancora oggi un antico orgoglio, rivendica tra i due paesi il primato del nome del Santo Patrono e persino la gente, divisa in quella che vive al di qua o al di là della ferrovia, vanta una propria particolare origine, appartenente all'una o l'altra frazione, come se il passaggio a livello fosse realmente il confine tra gente di stirpe diversa, ovvero una linea immaginaria oltre la quale si è in casa d'altri. Eppure San Giuliano Vecchio ha il cimitero e una contrada (via dei Mori) oltre quella linea di passaggio rapido, ma pare che a coloro che stanno al di là, sia concesso di decidere da che parte stare. Tuttavia, volere o no, le due parrocchie sono costrette oggi a prestarsi l'unico parroco a loro disposizione e devono per forza di cose accertarsi di non morire o sposarsi non nello stesso giorno alla stessa ora. Ironia a parte, ecco come ebbe inizio la storia, la storia dei due paesi e di questa ricerca: un giorno, per caso, lessi un opuscolo di una passata Festa Patronale di San Giuliano Vecchio (agosto del 1973), edito dalla Società di Mutuo Soccorso, in cui venivano scritte, a proposito di San Giuliano Vecchio, queste parole: "Essendo sorto in epoca più o meno recente, non ha una vera e propria storia (...)." ..". Vide però la storia degli altri e ne subì queste funeste conseguenze(...)." Data la rarità di notizie in circolazione sulla storia del paese, l'opuscolo non fece che riportare una frase di Nicola Basile1, stimato Sindaco della Città di Alessandria il quale, sottovalutando nella propria ammissione più di duemiladuecento anni di storia, ignorò il ruolo centrale di questa campagna, trama e teatro di famosi passaggi e di grandiosi eventi. Dunque così, col pretesto di rivendicare il valore della storia dei nostri sobborghi, racconterò alcuni episodi di storia antica, dedicando questo lavoro a coloro che saranno curiosi di sapere, ma soprattutto a coloro che sono nati qui, finché con un poco di orgoglio, possano provare verso quelle frasi, un antico compaesano dolore.
About the Author: Francesca Chiara Robboni vive a San Giuliano Vecchio (AL). Si laurea presso il Politecnico di Torino, Facoltà di Architettura, con una tesi sul territorio agricolo e le architetture in terra cruda. Nel 2000 partecipa al Workshop presso il centro studi di Arcosanti a Phoenix Arizona, diretto dall'Arch. Prof. Paolo Soleri. Prende parte a numerosi convegni nazionali e internazionali sul tema della terra cruda. Collabora con il Politecnico di Torino alle ricerche regionali sul tema della terra cruda nei vari aspetti tipologici, del paesaggio, dei metodi di recupero e nelle risposte delle stesse ai sismi. Nel 2006 redige il progetto per la creazione di un Ecomuseo delle case in terra cruda in Provincia di Alessandria e al progetto pays.doc della Regione Piemonte vincendo la candidatura al Premio Mediterraneo del Paesaggio. Nel dicembre 2007, con il Patrocinio del Comune di Alessandria pubblica il libro: Terrarossa, le case di terra della Frascheta, Storia, Cultura e Paesaggio. Tra il 2008 e il 2009 sperimenta con la terra cruda intonaci e in collaborazione con il Politecnico di Torino effettua misure e monitoraggi climatici su edifici in terra battuta, per ricavarne dati tecnici a supporto della normativa. Nel 2008 è nominata membro onorario dell'Associazione Onlus La Frascheta di Pozzolo Formigaro (AL). Nel marzo 2009 entra a far parte dell'Associazione Onlus "Mattone su Mattone," partecipa alla costruzione di una casa in blocchi di terra cruda nel Paraìba, Brasile. In ambito della promozione del territorio alessandrino è convocata a comparire alla trasmissione di Unomattina (maggio 2010) dedicata al territorio rurale e alla figura dei Gradella. Consegue, per la ristrutturazione di una casa in terra battuta l'intero ammontare del finanziamento regionale ai sensi della L.R. n.2/2006 e per la stessa, insieme ad una seconda costruzione in terra segnalata, il Premio TERRAINCOGNITA 2011. Nel febbraio 2010 pubblica in collaborazione con gli architetti R.Mattone e M.Mattone, il volume: Il paesaggio delle case in terra cruda, edito dalla Regione Piemonte, nella collana Temi per il Paesaggio. Lavora inoltre come correlatore di alcuni tesisti del Politecnico di Torino, dell'Università degli Studi di Genova e di Napoli. Attualmente lavora alla ristrutturazione/restauro conservativo di edifici in terra battuta e non, si occupa di azioni di consulenza sul tema della terra cruda, della bioedilizia, alla raccolta di documentazione tecnica e fotografica.