About the Book
L'idea di questo libro nasce da una possibilità. Reale, concreta, fortunata. Ho una zia che vive in Canada, a Niagara Falls, e mi sono sempre chiesta quando avrei avuto l'occasione, il tempo e, soprattutto, il coraggio di partire. "Sei pazza a non sfruttare questa opportunità!", continuava a ripetermi mio fratello. Da sempre, quindi, ho avuto in tasca l'opportunità. Mia zia vive in Canada da anni, e con lei vivono i suoi 3 figli, ormai adulti e con famiglia e figli al seguito. Che di certo non hanno intenzione di spostarsi nell'immediato futuro. L'opportunità, quindi. E anche il tempo. Ero già stata in Canada due volte, in vacanza, ma mi ero ripromessa, appena laureata nel 2009, di fare questo passo, anche solo per qualche mese. Indovinate un po'? Nella mia testa c'era sempre una buona scusa a trattenermi: un lavoretto part-time, un contatto da sfruttare in Italia, un nuovo amore. Scuse valide, ma pur sempre scuse. Tutto, pur di non prendere il coraggio a due mani, fare la valigia e partire. Questo fino a settembre 2016. Quando, per la prima volta, mi sono sentita pronta. Non più giovane, non più felice, non più coraggiosa. Ma libera. Da tutto e da tutti, come non mi era mai capitato prima. Non avevo un ragazzo ad aspettarmi, né il lavoro della vita, né una prospettiva che potesse seriamente mettere in pericolo il flusso dei miei pensieri. Ad un tratto le solite scuse non reggevano più. Mi sono ritrovata libera e freelancer, e ho pensato: why not? Senza pensarci due volte, ho fatto le valigie e sono partita alla volta del Canada. Da sola. Pronta ad affrontare un viaggio di (ri)scoperta. Di me stessa, delle mie radici, della gratitudine verso le persone. Amici, parenti, amori, sconosciuti. Ho girato per tre mesi i luoghi più belli del Canada. Colori vivi, potenti. Paesaggi infiniti, da togliere il fiato. Cambiamenti repentini di tempo (e di umore): il sole accecante e caldo per essere autunno, il vento che soffia forte e ti blocca il volto in una morsa di gelo, la pioggia tipicamente anglosassone, la neve silenziosa, il rumore delle cascate che scivolano via dalla vista... Ho visto la frenesia di metropoli immense come Toronto, la quiete discreta di cittadine come Welland e Hamilton, il luna park a cielo aperto di Niagara Falls, le istantanee da cartolina di Montréal e Québec City. E ho vissuto, in maniera sorprendente, il calore. Delle persone, delle famiglie, quando scopri che senti forte, come non mai, la mancanza della tua. Ho visitato decine di famiglie tra la capitale Ottawa e dintorni per raccogliere le loro storie: l'immagine di un pasto offerto "alla salute", le foto di momenti memorabili, la collezione di qualcosa di prezioso. E ho scritto, finalmente. Come se ascoltare queste storie non solo avesse regalato una nuova identità a loro ma anche a me stessa. Come se bastasse la magia di un racconto, parole messe nero su bianco, una dopo l'altra, per restituire dignità e valore ad una vita. Spesso mi sono sentita dire: "Questa è stata la mia vita, niente di speciale". Eppure, è stato proprio in quei momenti che queste vite hanno preso coraggio, hanno preso il volo, per essere raccontate. Ho messo tutta me stessa in questi racconti, andando a scovare dentro di me le ragioni profonde per connettermi con la bellezza di queste anime, che si stavano svelando davanti ai miei occhi. Anime che spero di aver rispettato fino in fondo. Anime alle quali va la mia più sincera ammirazione e gratitudine. Ed eccola qui la mia storia. 10 pezzi di me. Ogni pezzo diverso, ogni pezzo prezioso. Ogni pezzo reale. Come reali sono le sofferenze di ognuno di noi quando ci si ritrova lontano da casa, quando "casa" è un concetto che va al di là del significato pratico, quando "casa", quindi, è una sensazione ancora nebulosa da decifrare ma non per questo impossibile da trovare. Basta solo mettersi in cammino e cercarla. Perché un viaggio è sempre una personale ricerca della felicità. Un viaggio è sempre un ritorno